Per ionoforesi (iòno-phòresis = trasporto di ioni) si intende l’introduzione di un farmaco nell’organismo attraverso l’epidermide (somministrazione per via transcutanea), utilizzando una corrente continua (corrente galvanica), prodotta da un apposito generatore.

I vantaggi della somministrazione di farmaci con questa modalità sono essenzialmente:

  1. Evitare la somministrazione per via sistemica (orale, intramuscolare, endovenosa);
  2. Applicare il farmaco direttamente nella sede corporea interessata dalla patologia;
  3. Permettere l’introduzione del solo principio attivo, senza veicolanti (eccipienti);
  4. Permettere agli ioni di legarsi a determinate proteine protoplasmatiche;
  5. Iperpolarizzare le terminazioni nervose.

Per quanto riguarda la via di somministrazione, è utile ricordare che la via sistemica presenta diverse controindicazioni; infatti, la totalità dei farmaci presenta il rischio, più o meno marcato, di effetti collaterali a danno di vari organi e sistemi anatomici. Questo perché, per garantire una valida azione terapeutica, il farmaco deve necessariamente raggiungere una concentrazione ematica (percentuale di farmaco circolante nel sangue), tale da poter garantire una valida azione terapeutica. Tutto questo determina la presenza nel circolo vascolare, oltre che del farmaco, anche di metaboliti dello stesso, prodotti dal fegato, i quali devono essere “smaltiti” dall’organismo per varie vie, prima fra tutte la via renale. A ciò si aggiunge il danno indiretto provocato dal farmaco ad altri organi, dovuto all’alterazione delle condizioni in cui questo normalmente opera, come nel caso dell’apparato digestivo, in cui alcuni farmaci alterano l’equilibrio acido-base, con conseguenze anche gravi (ad es. gastriti e gastroduodeniti causati dall’assunzione di FANS – Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei). Il secondo vantaggio è quello di poter applicare il farmaco direttamente nella zona da curare, riducendo così i tempi terapeutici, con conseguente regressione dei sintomi in un tempo minore. Affezioni dolorose (algie) dell’apparato muscolo-scheletrico, derivanti da artrite, artrosi, sciatica, lombalgia, cervicale, strappi muscolari, ecc., vengono quindi curate circoscrivendo l’effetto terapeutico solo alla zona interessata. Il terzo è la possibilità di introdurre il solo principio attivo del farmaco, in forma ionica, senza gli eccipienti, i quali, spesso, sono fonte di reazioni più o meno avverse. Al quarto punto dobbiamo considerare che il farmaco in forma ionica, si lega a proteine protoplasmatiche specifiche, aumentandone il tempo di permanenza nelle sedi anatomiche interessate (emivita), potendo quindi diminuire le quantità di farmaco utilizzate per la stessa patologia rispetto ad altre vie di somministrazione. È stato possibile misurare che questo sistema terapeutico ha la capacità di far assorbire alla regione ammalata una quantità di farmaco fino a 100 volte maggiore di quella assorbita, ad esempio, per via orale. In ultimo, l’applicazione di correnti continue a bassa intensità ha il risultato non secondario di iperpolarizzare le terminazioni nervose, determinandone un elevamento della soglia di eccitabilità, ottenendo quindi un effetto antalgico elevato (effetto TENS). Tutto questo è possibile perché tutti i farmaci presentano la caratteristica della presenza di ioni positivi, negativi, o entrambi (bipolari) – carichi quindi elettricamente – e, sfruttando quindi il principio fisico della migrazione ionica da un polo elettrico all’altro, otteniamo una somministrazione transcutanea, che sfrutta cioè la pelle come via di somministrazione. Dal punto di vista strettamente elettronico un generatore per ionoforesi è essenzialmente un generatore di corrente costante a bassa intensità (generalmente vengono usate correnti tra i 5 milliampere e i 10 milliampere), che eroga cioè una corrente continua stabile nel tempo, corredato da vari sistemi di controllo e temporizzazione, in modo da consentire la creazione di un campo elettrico il quale viene applicato, tramite due elettrodi, uno positivo e l’altro negativo, costituiti da delle placche in gomma conduttrice ricoperte da una superficie assorbente, posti sulla cute del soggetto in prossimità della zona da trattare.

Schema della ionoforesi:

ionoforesi

Il farmaco deve essere posto sull’elettrodo corrispondente alla sua polarità, ad esempio se il farmaco è di polarità positiva andrà applicato sulla placca positiva, se negativa sulla placca negativa, se bipolare indifferentemente. Applicando la placca con il farmaco sulla zona da trattare e l’altra placca ad una distanza di circa 20/30 cm, la corrente veicolerà il farmaco così ionizzato, all’interno dei tessuti perché gli ioni del farmaco stesso migreranno verso il polo opposto fino al completo assorbimento. A titolo di esempio, nella tabella che segue, possiamo vedere vari principi attivi e soluzioni medicamentose e la loro polarità.

Polarità dei principi attivi

Principio attivo Polarità
Acetilsalicilato di lisina Negativa
Baclofene Positiva
Benzidamina cloridrato Bipolare
Dantrolene Positiva
Diclofenac sodico Negativa
Fenilbutazone Positiva
Flumetasone Negativa
Glicole salicilato Positiva
Idrocortisone Positiva
Indometacina sale di glumina Negativa
Ketoprofene Negativa
Metile nicotinato Positiva
Novocaina Positiva
Pentosano polifosfoestere Negativa
Pridinolo mesilato Positiva
Sulfopoliglicano Positiva
Tiochilcoside Positiva
Vitamina B1 e B2 Positiva
Alfachimotripsina soluz. all’1/1000 Positiva
Bicloridato di istamina soluz. allo 0.2/1000 Positiva
Benzidamina soluz. al 5/100 Positiva
Carbaina soluz. al 5/100 Positiva
Citrato di potassio soluz. all’ 1/1000 Positiva
Cloruro di calcio soluz. al 2/100 Positiva
Cloruro di sodio soluz. al 2/100 Negativa

APPROFONDIMENTI


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